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Commento
L'introduzione del brevetto Sport Pilot e della categoria di velivoli Light Sport dovrebbe segnare un momento estremamente significativo nella storia dell'aviazione amatoriale negli Stati Uniti, costituendo senz'altro la più vistosa innovazione normativa degli ultimi 50 anni. Considerando il peso relativo del volo da diporto negli USA, dove vi sono probabilmente più piloti ed aerei privati che in tutto il resto del mondo, la nuova situazione andrà certamente ad influenzare tutto il settore a livello planetario, quantomeno dapprima dal punto di vista commerciale.
La nuova regolamentazione è stata fortemente caldeggiata dalla EAA (Experimental Aircraft Association), il cui principale scopo istituzionale è la diffusione del volo a livello popolare. A detta dell'EAA, lo Sport Pilot offre notevolissime opportunità di aprire il cielo a persone che hanno sempre desiderato volare per divertimento, ma che hanno sempre considerato la cosa troppo costosa o troppo impegnativa in termini di tempo. Le nuove norme renderanno quindi l'aviazione maggiormente sicura ed accessibile, permettendo ad un numero di persone sempre crescente l'addestramento al volo e la proprietà di un aereo. Si stima che nei primi 12 mesi dall'entrata in vigore dello Sport Pilot dovrebbero essere rilasciati 15.000 brevetti, abilitati 1000 istruttori ed immatricolati 15-20.000 velivoli. Il successo sarà comunque legato all'accoglienza delle nuove norme non solo dagli appassionati, ma anche dalla rispondenza del settore nel suo insieme, comprese le aziende produttrici, le compagnie di assicurazioni e le finanziarie specializzate.
Dal punto di vista della FAA (Federal Aviation Administration), si presuppone che un notevole incentivo al rilascio delle nuove norme sia costituito dalla possibilità di regolarizzare la situazione attuale degli ultraleggeri. E' infatti opinione comune che la FAA patisca la reale mancanza di un controllo sugli ultraleggeri, fra cui pare abbondino mezzi non immatricolati o che superano le molto restrittive caratteristiche dettate dalle FAR Part 103. Tutto il mondo è paese!
Non tutto il settore aeronautico amatoriale statunitense pare però attendere in modo parimenti messianico l'introduzione dello Sport Pilot. Come è buono da immaginare, le maggiori perplessità sorgono dal mondo dell'Aviazione Generale e dei Piloti Privati. Questi temono quanto meno che le nuove regole andranno a sovrapporsi, con risultati imprevedibili, ad una normativa ritenuta già estremamente complessa. Si evidenzia ad esempio il fatto che per una recente variazione del tutto minore nei regolamenti è stato necessario emanare delle note esplicative (FAQ) articolate su ben 420 punti! Bisogna anche considerare che l'introduzione dello Sport Pilot necessiterà della formazione di nuovi istruttori, esaminatori, ispettori per gli accertamenti di navigabilità e meccanici-riparatori certificati. Tutto ciò comporterà un impegno economico non trascurabile.
Allo spirito divulgativo e populistico dello Sport Pilot si contrappone un dato curioso, relativo al brevetto "recreational", disponibile già da molto tempo e anche questo a suo tempo inteso come semplificazione dell'istruzione a fronte di alcune restrizioni operative. In tutti gli Stati Uniti sono attualmente attivi solo 347 piloti "recreational", a fronte di 257.000 (!) piloti privati. E' quindi dimostrato che la presupposta maggiore semplicità (anche economica) del brevetto inferiore sia oggi considerata marginale rispetto alla perdita dei privilegi esclusivi della licenza completa.
Un'altra critica al progetto è dovuta all'abbassamento, ritenuto eccessivo, dell'età alla quale è possibile iniziare a volare e conseguire il brevetto. Ed ancora, anche la semplificazione delle certificazioni mediche, a scapito della sicurezza, drenerebbe verso lo Sport Pilot piloti anziani o malandati di salute, non più in grado di ottenere il rinnovo del brevetto privato.
Concludendo, è lecito immaginare se e come lo Sport Pilot potrà influire sulla situazione normativa in Italia.
Per alcuni aspetti la regolamentazione italiana, con la Legge 106, pare oggi più matura di quella statunitense. D'altro canto, ormai da molto tempo, è aperto un ampio dibattito sulla congruità di tale Legge con le attuali necessità, possibilità ed aspirazioni del settore. L'opinione comune è che vi sia un "gap" normativo da colmare tra i "veri" ultraleggeri ed i convenzionali aerei leggeri dell'aviazione generale, proprio là dove oggi proliferano gli ultraleggeri "evoluti", mezzi spesso tecnologicamente all'avanguardia pur nella loro relativa semplicità, veloci e con un'economicità d'esercizio molto attraente.
Riguardo la certificazione degli aerei leggeri, da alcuni anni sono stati ufficialmente definiti gli standard VEL (Velivoli Elementari Leggeri), derivati con alcune variazioni dalla certificazione degli ultraleggeri evoluti canadesi, TP 10141. Come si può notare, le specifiche sono molto prossime a quelle della futura categoria Light Sport negli USA. Ciò che differenzia sostanzialmente le due situazioni è che i velivoli della categoria Light Sport potranno essere pilotati con un'abilitazione al volo parimenti "intermedia" e semplice, conseguibile a costi presumibilmente parecchio inferiori rispetto ad una licenza di pilota privato italiana, oggi indispensabile anche per i VEL. D'altro canto, l'adozione "tout court" dello Sport Pilot in Italia coglierebbe del tutto impreparati gli enti e le associazioni di settore a far fronte alle moltissime esigenze ed agli scenari indotti dalla nuova normativa, come abbiamo visto, secondo alcuni tali da mettere in crisi anche la "formidabile" FAA.
Senz'altro, invece, la nuova normativa aprirà il mercato americano a molte aziende italiane ed europee, con i loro prodotti di ottima qualità e fino ad oggi di fatto esclusi dalla complessità normativa e dalle ingenti spese necessarie per ottenere le certificazioni convenzionali. E' addirittura presumibile che le aziende europee potranno avvantaggiarsi della nuova situazione ancor più di quelle statunitensi, molte delle quali ad esempio non sono oggi in grado di fornire aerei pronti al volo, assumendosi tutte le responsabilità relative.