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Oceano indiano






Sono appena tornato da 29 giorni e 60 ore di volo trascorse nelle isole Aldabra, che si trovano nell'Oceano Indiano, a metà strada tra le Seychelles, il Madagascar e l'Africa Occidentale. Aldabra è il più grande atollo emerso del mondo. Una base "World Heritage" dell'UNESCO è gestita dalla Fondazione delle Isole Seychelles. Sul posto vivono solamente sei Rangers ed alla base possono accedere unicamente i ricercatori, mentre alcuni rari turisti possono visitare l'isola per un solo giorno, affittando una barca, cosa peraltro possibile solo una volta ogni due mesi.

Una troupe di documentaristi e ricercatori (i cui lavori potranno prima o poi essere visti su "Discovery Channel") ha affittato il gommone volante Polaris FIB, per utilizzarlo come ricognitore e come base per le riprese aeree, con il sottoscritto come pilota. La laguna, navigabile solo con l'alta marea, e la barriera corallina circostante sono incredibilmente ricche di vita.

Sull'isola vivono circa centomila (!) grandi tartarughe terrestri che altrove si trovano solo alle Galapagos, dove ve ne sono peraltro solo diecimila. Vi sono inoltre tartarughe marine (in un volo di ricognizione ne ho contate duecento!), oltre a folte colonie di fregate, cormorani ed altri uccelli marini, ed ancora un particolare tipo d'uccello che non vola, la folaga, assolutamente tipico dell'isola. Durante l'alta marea, la laguna si riempie di tartarughe marine, squali, dugonghi (vacca marina) ed altri grandi pesci.

Io penso che, detto questo, possiate ben immaginare cosa possa essere volare in questo paradiso. Il vento medio è di 20 Km/h, ma in alcuni giorni ha raggiunto i 50 Km/h. A parte una dovuta attenzione in flottaggio, il volo non pone altri problemi, poiché le isole sono piatte e non si forma sottovento alcuna turbolenza, che sarebbe di certo ingestibile. Il decollo è sempre stato effettuato nella laguna dalla parte dell'Oceano, presso la zona in cui si trova la casa dei Rangers. Durante la bassa marea, solo pochi specchi d'acqua residuano nella laguna, che è lunga 38 Km e larga 27.

Il FIB che ho utilizzato è un modello 2001 con motore Rotax 503 e si è comportato molto bene. Solo una volta il motore ha piantato in volo e non è più ripartito, giusto in mezzo alla laguna. Fortunatamente ci trovavamo sopravvento alla nostra base e, dopo l'ammaraggio, siamo arrivati a riva dopo due ore di pagaiate e navigazione a vela. La causa: mezzo serbatoio pieno d'acqua ... si erano dimenticati di drenare il barile nel quale ricevono da Mahe quel po' di carburante di scarto (lett. "di merda"), che arriva con la nave dei rifornimenti ogni due mesi.

In tutta franchezza, preferisco di gran lunga il 503 bi-carburatore al 582. Certamente è più rumoroso (elica bipala, assenza di silenziatore d'aspirazione e scarico) e non ha l'avviamento elettrico (ma con il nuovo modello uno strappo è sufficiente, anche se si è seduti al posto di pilotaggio. Talora, per limitare le vibrazioni durante le riprese, ho spento il motore per poi riaccenderlo in volo. Un giorno siamo arrivati a 2100 m di quota per filmare dall'alto l'atollo nella sua interezza e la salita non è stata molto lunga. E' poi seguita una fantastica planata a motore spento! Non abbiamo mai avuto problemi a decollare con la nuova carena del FIB 2001, anche con vento quasi assente e con un pilota pesante, il sottoscritto, e l'operatore con una voluminosa telecamera, obiettivi e pellicole di riserva.

Una volta, avendo avvistato i dugonghi all'interno della laguna, ho trasportato sul posto l'operatore subacqueo con l'attrezzatura per l'immersione (la barca non poteva raggiungere il posto a causa della bassa marea). Certamente quella volta abbiamo superato il peso massimo consigliato!! Con il 582 si dispone ovviamente di maggiore potenza ed il rumore è ridotto, ma si è anche più pesanti e si hanno più cose che si possono rompere!

In conclusione, ancora una volta il FIB ha dimostrato di essere un mezzo realmente semplice, robusto, divertente e di facile impiego, che può essere utilizzato nei luoghi remoti che avevamo in mente annida, quando l'abbiamo concepito e progettato. La troupe dei documentaristi si è dimostrata entusiasta delle sue possibilità nei confronti del loro lavoro (abbiamo ora in programma con loro un altro documentario sul Lago Baykal in Siberia!!). Meglio di un elicottero, molto più economico nell'impiego e, specialmente, ce lo si può portare appresso anche in zone molto remote.

Anche a scopi di ricognizione naturalistica, si è dimostrato tanto interessante che la Fondazione delle Isole Seychelles ha immediatamente acquistato il mezzo, che pertanto è rimasto là. Sono stato molto contento di questo perché 1) non ho dovuto smontarlo e re-imballarlo per portarmelo via; 2) spero di dover tornare in quel paradiso per perfezionare l'addestramento dei tre Rangers di cui ho iniziato l'istruzione al pilotaggio!!

Doi Malingri