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ENAC: da che parte stai?


Questa è la domanda che mi sono posto la settimana scorsa quando ho avuto modo di partecipare, grazie al cortese invito del Presidente AICIVU Franco Romagnoli, alla riunione dell’Associazione Costruttori tenutasi presso l’auditorium di "VOLARE".

Ricevendo l’invito avevo pensato che finalmente i costruttori avessero costituito un fronte comune al fine di normalizzare una situazione che ormai sembra scappare di mano, e che quindi avessero preparato una proposta ufficiale da presentare anche al nuovo commissario AeCI.

In effetti molti di loro, ma non tutti, asseriscono che ormai il mercato degli ultraleggeri è cresciuto e si è evoluto e quindi, per offrire prodotti più sicuri ed all’altezza dello sviluppo tecnologico moderno, sembrerebbe divenuto ormai assolutamente necessario aggiornare la Legge 106 per ottenere un aumento dei pesi massimi consentiti al decollo.

Peccato però che, a fronte di un parere non ostativo in sede nazionale, i tecnici ENAC, anch’essi presenti alla suddetta riunione, abbiano evidenziato la presenza di una normativa comunitaria (ormai esiste l’EASA – European Aviation Safety Agency …..) che a partire dal prossimo settembre 2003 congelerebbe di fatto le norme ULM in tutta Europa allo standard italiano. Quindi, a loro dire, se si vuole chiedere una modifica, occorrerebbe chiederla ad EASA e non ad ENAC.

Ma chi la chiede ad EASA ?

E cosa si dovrebbe chiedere ad EASA ?

Questo non è ancora chiaro, nonostante all’estero (Francia e Germania) i rispettivi Enti si siano già mossi, ottenendo opportuni aggiustamenti alle normative di settore (poca roba, ma quanto basta per aggiungere EFFETTIVI strumenti di sicurezza: paracadute, estintori, ELT, radio, transponder).

Una volta di più rimaniamo indietro, sia perché il nostro ENAC ha forse ben altri problemi da risolvere, ma probabilmente anche perché i costruttori non hanno ancora una ben precisa proposta da presentare, che sia anche accettabile dal punto di vista degli eventuali Enti preposti al controllo.

E sì perché, a mio modesto parere, non basta solo chiedere un aumento dei pesi con la solita scusa di una maggior sicurezza. Si dovrebbe anche chiedere almeno una diversificazione delle quote di volo (a meno che non sia giudicato più sicuro volare a 300 Km/ora sfiorando i tetti delle case) – un approfondimento ai corsi di pilotaggio offerti dalle scuole di volo – una possibilità di uso della radio aeronautica (eventualmente resa obbligatoria solo per certi "attrezzi" evoluti) – una diversificazione degli attestati/brevetti di volo in base all’esperienza del pilota con crediti (questa volta tradotti correttamente dalla versione inglese ….) spendibili per ottenere la licenza di livello superiore.

Il commissario AeCI, arch. Leoni, si è dichiarato disponibile a dare una mano per cercare di sbloccare la situazione, offrendo una sede a Roma per il gruppo di lavoro che dovrebbe studiare tale proposta, e poi per appoggiarla in sede politica.

Mi chiedo comunque perché i costruttori, ora che hanno anche l’appoggio dichiarato di un ente come l’AeCI, rinuncino a priori a prendere in considerazione la strada maestra, quella che è stata indicata anche dall’ing. Ferrarin con la proposta di altri parametri (carico alare, potenza, velocità massima) ovvero di arrivare finalmente a proporre prima in Italia e poi in Europa quelle famose categorie intermedie che in America hanno battezzato Sport Pilot e Sport Aircraft e da noi già l’ENAC ha definito VEL.

Probabilmente sia ENAC sia EASA sarebbero allora più disponibili a semplificare alcune normative generali che potrebbero addirittura essere adottate in tutta Europa. Non solo, ma i costruttori italiani potrebbero magari trovarsi affiancati in tale richiesta dai loro "concorrenti" europei.

Per il momento, continuiamo a nascondere la testa nella sabbia, ed a vedere sui nostri aeroporti sempre più aeroplani con marche straniere …

Però poi i cosidetti "consumatori" non si lamentino se arriverà un controllore vero ….



A.Folchini
alberto.folchini@polimi.it